Fame fisica e fame emotiva
- Dott.ssa Stefania Tomasi
- 16 giu 2024
- Tempo di lettura: 2 min

Il modo di approcciarci al cibo e di vivere la dimensione alimentare racconta molto anche delle nostre emozioni.
Per esempio, quando festeggiamo un evento importante (il compleanno, l'anniversario, una promozione lavorativa, un successo accademico) siamo soliti organizzare un pranzo, una cena, un aperitivo con i nostri cari. Lo stesso accade quando l'evento è invece spiacevole (la fine di una relazione, la perdita di una persona cara, una discussione importante). Emblematica è la scena in cui nei film la protagonista, dopo essersi lasciata con il partner, prende dal frigorifero e mangia l'intera confezione del gelato o della Nutella!
Questi esempi, ed in particolare l'ultimo, sono testimonianza di quanto il cibo può diventare un rifugio, un contenitore per le nostre emozioni, un contenitore dal quale possiamo trarre un immediato sollievo.
Questo è ciò che accade quando si manifestano episodi di fame emotiva, in cui siamo soliti cercare cibi che abbiano il potere "magico" di tenere a bada certi vissuti emotivi come la rabbia, la tristezza, la nostalgia etc. In queste situazioni, ricorriamo al cosiddetto "comfort food", ovvero quel cibo in cui ci rifugiamo quando proviamo stress, rabbia, noia, angoscia e quel cibo sarà magicamente in grado di donarci un'immediata sensazione di calma. Ed è proprio qui che ci torna utile l'esempio del gelato!
Si parla infatti di fame emotiva quando l'individuo sperimenta sensazioni ed emozioni forti e destabilizzanti alle quali non riesce a dare un nome, un significato, oppure ancora quando non riesce a esprimerle in modo efficace.
La fame emotiva nasce quindi come strategia di auto-cura perché promette una soddisfazione immediata e un'instantanea sospensione da tutte quelle emozioni spiacevoli e destabilizzanti. Tuttavia questa sospensione è momentanea e si trasforma con il tempo in una prigione che tiene sotto scacco l'individuo.
Si instaura così un circolo vizioso:
Emozione destabilizzante (ansia, stress, angoscia, rabbia, tristezza, etc.)
Ricerca del "comfort food" (es: piatto di pasta, Nutella, gelato..)
Frenesia mentale del "mangio così mi passa"
Sensazione apparente di calma e soddisfazione
Senso di colpa, vergogna e disgusto verso sè stessi
La fame emotiva pertanto si presenta in assenza di una reale fame fisica, quindi in queste situazioni non sentiremo il classico borbottio allo stomaco. Ciò accade perché non nasce dal corpo, ma parte direttamente dalla nostra mente come espressione di un nostro bisogno emotivo, molto spesso sepolto proprio a causa della nostra incapacità di gestire i nostri vissuti emotivi.
Diventa così importante in questi momenti sospendere tutte le attività che stiamo facendo, fare dei respiri profondi finalizzati a riconnetterci al qui ed ora, capire se la nostra è fame emotiva o fisiologica. Qualora si tratti di fame emotiva, chiedersi cosa cela questo bisogno emotivo, capire quale emozione si sta provando e accogliere l'emozione che stiamo provando.
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